RCM story | RCM RX918, una macchina da marciapiedi

Spazzatrici, RCM story

La nuova direzione marketing di RCM S.p.a. ha deciso di inserire nel proprio sito una nuova rubrica denominata Cover story, per documentare brevemente, senza soluzione di continuità, la storia di alcune macchine RCM che hanno decretato una sostanziale innovazione tecnica nel settore del cleaning mondiale.

 

Iniziamo con la storia delle RX918.

Anno 1985
Spazzatrice RX918 di RCM

RCM RX918, una macchina da marciapiedi

Nei primi anni ‘80 le Aziende Municipalizzate addetta alla pulizia urbana cominciarono a richiedere mezzi meccanici che potessero ridurre i costi di manodopera della pulizia dei marciapiedi, operazione fatta, come da sempre, manualmente con scopa e paletta. Due le principali difficoltà: l’accesso “fisico” e l’accesso “giuridico” a quei marciapiedi che le macchine avrebbero dovuto pulire.

Quello fisico era l’altezza dal piano stradale: tra i 10 e i 25 cm, oltre a vari “dissuasori” (paletti, catene…) alla salita nei loro tratti più accessibili.
Quello giuridico era il “divieto di accesso ai marciapiedi da parte di qualsiasi mezzo meccanico a motore” sancito dal codice stradale.

Il primo tentativo di risolvere, almeno la prima difficoltà fu fatto dalla ditta Nova che propose un motocoltivatore agricolo che trainava un gruppo spazzante.
In effetti puliva ma, oltre che non aspirare la polvere, era lungo più di 3 metri e poco maneggevole, per cui si dimostrò presto inadatto alla molteplicità di situazioni in cui si presentava il problema. 

Vennero proposte anche delle monospazzatrici industriali manuali (pur modificate in altezza da terra) ma non ebbero successo.

Anno 1985
Spazzatrice per marciapiedi Nova

Nel 1985, ritenendo che il mercato italiano ed europeo di un mezzo efficace per la pulizia meccanizzata del marciapiede potesse rappresentare un mercato di diverse migliaia di unità, RCM decise di raccogliere la sfida e tre anni dopo, a Interclean Amsterdam, presentò ufficialmente RX918 Swinger. La sua forma “spaziale”, che sotto la sua “pelle” argentea nascondeva molte soluzioni tecniche innovative, lasciò tutti tanto stupiti che gli organizzatori della fiera vollero dedicare a questa novità una cerimonia in cui la si riconosceva come “regina” di Interclean.

 

RX918 Swinger:

R sta per RCM
X per “incognita risolta”
9 per la larghezza massima di 90 cm
18 per larghezza di pulizia variabile fino a 180 cm
Swinger per il suo dinoccolato ed elegante incedere, non soltanto sul piano per rendere sicura la marcia nelle curve ma anche, e soprattutto, quando saliva agilmente su marciapiedi alti fino a 25 cm.

Questa era la sua più rilevante novità: la trazione integrale sulle tre ruote facilitava la salita di quella anteriore mentre un sistema regolato da un “pendolo” automatico autolivellava il mezzo facendo sollevare/abbassare separatamente e automaticamente le due ruote posteriori quando queste venivano a contatto con il gradino.

Ma le novità non si fermavano qui. Varioclean, sistema automatico per allargare e restringere la larghezza di pulizia in base alla presenza di ostacoli, servosterzo per una guida leggere precisa, cabina (in cristallo di sicurezza) con apertura scorrevole senza ingombri laterali, pressurizzata, aria condizionata e visibilità a 180°, filtro a pannello in tessuto sintetico lavabile per trattenere polvere fino a 10 micron, serbatoio carburante nella struttura portante del telaio per assicurare una autonomia di oltre 8 ore, raccolta dei rifiuti in un sacco in polietilene (standard) chiuso sollevato e scaricato, ad altezza cassonetto stradale, manovrata a distanza (avanti/indietro) dall’operatore a terra per avvicinare con precisione il cassonetto e non venire mai a contatto con lo sporco, sistema di carico con due spazzole controrotanti e aspirazione per la polvere, per riempire il contenitore di rifiuti (sacco) dall’altro.
Il motore, a quattro cilindri raffreddato ad acqua supersilenziato, è posizionato in modo da ottenere un baricentro molto basso.

Anno 1985
Spazzatrice RX918 in lavoro notturno

Se tutto questo permetteva di fare salire “fisicamente” sui gradini, rimaneva il problema di poterci salire “giuridicamente”.

La soluzione venne da una compromesso tra il Ministero dei Trasporti e RCM che ammetteva l’accesso a mezzi meccanici semoventi sui marciapiedi soltanto se operanti all’interno di un’area “cantiere” delimitata da transenne.

L’idea funzionò e confermò che il progresso tecnologico funziona come motore dell’adeguamento della giurisdizione.

Fin qui tutto bene e, in più, c’era un altro motivo per pensare ad un largo successo di RX918: la sua capacità di “apparire”.
Questa piccola astronave d’argento che si muoveva rapida ed efficiente per il centro urbani (storici in particolare) suscitava l’attenzione e la benevolenza dei cittadini portando acqua sia al mulino dell’idea di progresso della coscienza ambientale che a quello degli Illuminati amministratori cittadini che l’avevano adottata.

Tutto bene, dunque, per RCM e la sua RX918?

Non tanto, perché una serie di circostanze negative contribuirono a togliere interesse per una soluzione tanto geniale quanto estrema per soluzioni tecniche.
Prima di tutto, proprio nei mesi successivi alla presentazione di RX918 venne approvata la legge (sacrosanta) che abbatteva le barriere architettoniche a cominciare proprio dagli ostacoli all’accesso ai marciapiedi e cioè i gradini. Per salire sui marciapiedi non sarebbe stato necessario “arrampicarcisi” come faceva RX918 ma semplicemente usare le rampe che, in pochi anni, vennero realizzate su tutto il territorio nazionale.

Le mutate condizioni economiche nazionali spinsero poi gli amministratori pubblici a considerare la pulizia dei marciapiedi e delle aree pedonali in genere come un servizio troppo costoso o comunque secondario che si sarebbe potuto fare usando le grandi spazzatrici stradali abbinate ad interventi manuali, compresi i famigerati “soffiatori”, tanto dannosi per la salute dei cittadini.
Insomma, non c’era più bisogno di “astronavi” e comunque le città non avrebbero più potuto permettersele.

Ma intanto RCM aveva aperto una strada nuova nel segmento delle spazzatrici urbane: macchine piccole per lavorare negli ambienti ristretti dei centri storici ma, nello stesso tempo e, con un’alta capacità di raccolta e aspirazione delle polveri sottili (pm10).

Nel 1992 nasce RONDA, la spazzatrice a quattro ruote che mantiene le dimensioni della sua progenitrice ma concepita per essere più pratica, più semplice da usare e soprattutto progettata per aspirare la massima quantità di polveri sottili, che ancora affliggono i cittadini nei centri storici di tutte le città. L’ottimo funzionamento di RONDA è certificato dallo Studio Alfa, dalla prova condotta sul perimetro delle vecchie mura di Modena nel mese di marzo del 2002.

  • Km percorsi: 10,2 km.
  • Tempo impiegato: 4,3 ore
  • Polveri/detriti vari raccolti: 130 kg. (corrispondente a litri 230)
  • Polvere dispersa nell’atmosfera: 13,16 grammi.

Ronda di RCM

Attuale produzione di spazzatrici stradali costruite dalla società Macroclean del gruppo RCM:

Modello M3 (ex RONDA)

Modello M7 (ex PATROL)

Modello Macro M60

Questo episodio racconta una delle tante esperienze fatte nel mondo del cleaning da RCM S.p.a. che mette a disposizione sempre prodotti tecnicamente d’avanguardia frutto di una lunga esperienza e passione per il proprio lavoro.

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