La storia del Museo Raimondi – RCM
Il Raimondi Museum è una vera e propria finestra sul passato, dove si possono ammirare i prodotti innovativi che la Famiglia Raimondi ha creato negli ultimi 150 anni. È davvero incredibile pensare come, in ogni epoca, le aziende della famiglia abbiano dato il loro contributo all’innovazione, creando prodotti che hanno avuto un impatto significativo sullo sviluppo della società italiana.
La collezione del Raimondi Museum
Il museo ospita una collezione straordinaria: dalla replica della prima bicicletta ai primi motori e trattori, tutti accuratamente restaurati e acquistati da clienti. Troverai anche una raccolta unica di prototipi di motoscope e lavapavimenti creati da RCM dal 1967 fino a oggi, inclusi i prototipi della motoscopa ibrida (1992) e di quella alimentata a idrogeno (2009).
È esposta nel museo anche la RX918 che RCM realizzò nel 1983 per la pulizia dei marciapiedi. La tecnologia utilizzata per la realizzazione di RX918 è tutt’ora imbattuta.
La visita al RAIMONDI MUSEUM si conclude con uno sguardo al futuro, grazie alla vasta gamma di motoscope e lavapavimenti che RCM da decenni offre sul mercato internazionale e dalla lavapavimenti speciale robotizzata NEXBOT di RCM che rappresenta l’innovazione del futuro.
Breve storia delle Aziende Raimondi e delle loro attività innovative
Nel 1899, Ippolito Raimondi produceva già una vasta gamma di biciclette. Tra queste, c’erano due modelli davvero unici per l’epoca: il primo era una bicicletta senza catena, pensata per evitare che i ciclisti si sporcassero i pantaloni o le gonne; il secondo, una bicicletta con ruota anteriore più piccola (replica), che anticipava il modello utilizzato da Moser nel 1984, quando batté il record dell’ora.
Anche il figlio di Ippolito, Romeo Raimondi, seguì una strada innovativa. Nel 1922 iniziò come meccanico da corsa, collega di Enzo Ferrari, con cui strinse un’amicizia. Successivamente, Romeo iniziò a costruire le proprie motociclette, le MR, dotate di un cambio automatico di sua invenzione e brevettato, che rese il cambio di velocità continuo e fluido, simile a quello delle moderne auto con cambio automatico. Ma non finisce qui: nel 1932 Romeo costruì anche motori a scoppio e fu il pioniere dei primi motori diesel italiani, impiegati nell’agricoltura e per motorizzare le barche da pesca, che fino a quel momento si affidavano solo al vento. La sua innovativa camera di scoppio dei motori diesel facilitava l’avviamento del motore anche con una semplice manovella a mano, una caratteristica molto apprezzata dai pescatori, che spesso si trovavano soli a svariati chilometri di distanza dalla costa.
Nel corso degli anni, Romeo non si fermò: nel 1950 avviò la produzione di trattori agricoli per supportare lo sviluppo dell’agricoltura e, successivamente, si dedicò alle macchine industriali per il settore delle costruzioni. Anche qui non si accontentò di seguire le orme degli altri, ma introdusse innovazioni come il brevetto delle “quattro ruote motrici sempre in presa”, un’idea che fu poi adottata dalla statunitense BOB CAT svariati anni dopo.
Nel 1967 i Fratelli Raimondi Renzo, Roberto e Romolo costituirono l’attuale RCM e nel 1987, forti delle precedenti esperienze tecniche, iniziarono a progettare e costruire macchine per la pulizia industriale, settore che diventò ed è tutt’ora il core business dell’azienda. Furono i primi al mondo a progettare la piccola motoscopa R500, una meraviglia di spazzatrice che portò la pulizia meccanizzata anche nelle piccole aziende di tutto il mondo. La R500 ebbe così tanto successo che tutte le aziende concorrenti finirono per copiarla!